Antonio Viani ambasciatore della cucina italiana, dalla Germania a Taste Firenze

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Buyers Select dà voce ai principali esportatori che dall’estero scelgono di viaggiare a Firenze a caccia dei prodotti migliori. Piccole realtà o aziende consolidate, che condividono la passione per la gastronomia italiana e ne sono ambasciatori nel mondo.

È partito cinquant’anni fa da Pietra Ligure il signor Antonio Viani, animato dall’amore per il mare e per il commercio che da secoli è la vocazione del suo territorio di origine. Un viaggio che l’ha condotto fino in Germania dove è diventato ambasciatore del Made in Italy. Antonio si è fatto così conoscere dagli estimatori della cucina italiana all’estero, buongustai che grazie a lui si sono innamorati del tartufo prima, e di un’amplissima gamma di altre eccellenze poi. Oggi troviamo il figlio Remo a capo dell’azienda, una consolidata impresa che conta oltre 60 dipendenti; un grande team di “appassionati perfezionisti” che difendono e diffondono la nostra cultura enogastronomica.
Alla vigilia di Taste abbiamo raccolto la testimonianza della famiglia Viani per sapere come si sta preparando alla nuova edizione della kermesse fiorentina, tra l’emozione di tornare in presenza e la curiosità di scoprire tutte le novità.

Quali sono gli espositori più interessanti per voi presenti a Taste? Perché? Potreste dare un breve commento per ognuno?
Se proprio dovessimo scegliere: Macelleria Savigni – Brezzo – Armatore Cetara – Pastificio Agricolo Mancini

Quando è nata la vostra impresa? Come ne descriveresti l’attività oggi?
Correva l’anno 1973 e oggi alla guida c’è la nostra seconda generazione. Siamo nati come azienda di importazione e distribuzione di alimenti italiani e con il tempo siamo diventati un punto di riferimento in Germania per la fornitura di prodotti mediterranei di alta qualità, arrivando a estendere il nostro mercato in Austria e Belgio. L’attività si è allargata anche al retail, fino a gestire 8 negozi a marchio proprio nelle principali città tedesche. Dal 2016 ci rivolgiamo ai privati attraverso un negozio online (www.viani.de), progetto che ha vinto premi per il design e la funzionalità.

Chi è il vostro cliente tipo? L’attività è orientata maggiormente al B2B o al B2C
Lavoriamo solo con piccoli rivenditori di generi alimentari come salumerie, ristoranti, negozi specializzati, enoteche e concept shop. Siamo sinceramente interessati alla qualità, alla sostenibilità delle produzioni, alla tradizione enogastronomica delle regioni italiane, valori che per noi hanno radici in Liguria e ramificazioni nel mondo culinario di tutto il Mediterraneo!

Com’è cambiata la visione della cucina italiana e dei suoi prodotti all’estero? In cosa si distinguono da quelli locali?
La cucina italiana si differenzia da quella tedesca per la sua leggerezza. È considerata la migliore ed è più sana, caratterizzata da prodotti freschi con molto sapore, pochi ingredienti stagionali e l’uso di risorse locali. Purtroppo questo modo di trattare gli alimenti non è ancora così diffuso in Germania, e l’Italia è una grande fonte di ispirazione. La maggior parte dei tedeschi si limita a conoscere pizza, pasta e i vini più famosi; l’olio extravergine d’oliva, per esempio, non è tanto usato. Proprio per questo ci facciamo garanti del Made in Italy.

Qual è secondo voi un prodotto italiano ancora poco conosciuto nel vostro paese, che meriterebbe di essere introdotto?
La colatura di alici, ad esempio, che molti non sanno come usare, o le friselle pugliesi, un piatto povero e semplicissimo che ha bisogno di essere spiegato e raccontato. Per non parlare dei vitigni autoctoni. Oltre a questo discorso, una menzione speciale va al Franciacorta Docg, uno spumante ancora relativamente sottovalutato in Germania, meritevole di più attenzione.

Avete rilevato di recente un interesse particolare nei confronti del tema della sostenibilità, sia in termini ambientali/etici che economici?
L’interesse dei tedeschi sul tema è in costante crescita. Sempre più spesso si chiede un intervento di governo e aziende. Tuttavia il processo sta avvenendo lentamente. In merito alla questione del cibo è chiaro che l’allevamento e il consumo di carne siano argomenti che dividano. I consumatori più attenti continuano a cercare trasparenza e pretendono una migliore informazione sulla provenienza dei prodotti. La sostenibilità del packaging, i valori nutrizionali e gli ingredienti sani e ben etichettati giocano altresì un ruolo importante.

Il futuro del mercato enogastronomico: quali saranno a vostro avviso i trend?
La tendenza più auspicabile riguarda la valorizzazione dei buoni ingredienti. Non esistono eccellenti oli extravergine di oliva a 2€. Non si può offrire una vera pizza napoletana con mozzarella di bufala Dop a 4€. La qualità ha il suo prezzo e la sfida sarà proprio valorizzare il lavoro di chi coltiva i campi, lavora i prodotti, li trasporta, li vende e li comunica. Il nostro motto è “Buon cibo per una vita migliore”. E questo in tutti i sensi, compreso quello sociale e ambientale. In poche parole la filosofia di Carlo Petrini, con Slow Food e Terra Madre.

Quali sono gli elementi distintivi e di valore di Taste rispetto ad altre manifestazioni? Qual è l’importanza di tornare a partecipare in presenza a eventi del genere?
Odori, sapori, emozioni. Elementi difficili da trasmettere — per fortuna — attraverso una riunione virtuale. La preselezione degli espositori è sicuramente unica e la partecipazione a Taste è una garanzia, una certezza per noi attori del settore. Il contatto umano, negli affari e soprattutto per aziende come la nostra, rimane un punto essenziale.

“Posti del cuore” a Taste: qual è il vostro ristorante (o bar, bottega, enoteca, ecc.) preferito a Firenze?
Trattoria Cammillo, sinonimo di toscanità, sempre ben frequentata e molto popolare. Poi, Il Vivandiere, una cantina vinicola con vini toscani e altre prelibatezze, con un’atmosfera molto accogliente e rilassata.

www.viani.de